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sabato 31 maggio 2014
giovedì 29 maggio 2014
mercoledì 28 maggio 2014
Università di Harvard: Il latte pastorizzato è legato al cancro

Molti non ci hanno mai pensato ma la mucca produce latte solo aver partorito il vitello, ovvero quel latte serve a nutrire il piccolo animale nel periodo dello svezzamento dopo il quale la mucca smette di produrre latte perché non è più necessario.
Non appena una mucca ha raggiunto la maturità sessuale, circa all’età di due anni, una mucca “da latte” viene inseminata artificialmente per la prima volta. Una mucca ha un periodo di gestazione di nove mesi. Poco dopo la nascita il vitello al solito viene separato dalla mamma ed allevato in un box. Sia la mamma che il vitello possono mostrare un comportamento turbato anche a distanza di giorni dalla separazione. A decorrere dalla nascita del primo vitello la mucca viene munta due o anche tre volte al giorno. Ma non è il vitello a ricevere il latte, bensì l’umano. Perché la mucca possa “produrre” latte deve partorire un vitello all’anno. Si punta ad avere un vitello l’anno, una lattazione di 305 giorni con una fase di “asciutta” di 60 giorni circa. Mucche “da latte” si trovano pertanto in uno stato di permanente gravidanza quasi tutta la vita.
Più avanzata in gravidanza è una mucca, più ormoni appaiono nel suo latte. Il latte di una mucca in fase tardiva nella gravidanza contiene fino a 33 volte in più un composto estrogeni (solfato di estrone) rispetto al latte di una mucca dopo la gravidanza, così come livelli molto più elevati di altri ormoni.
Nella maggior parte delle aziende che producono latte troviamo oggi mucche “ad alta prestazione”. Alcune mucche “danno” più di 10.000 litri di latte all’anno, corrispondente a quasi33 litri al giorno (Wikipedia riporta che alcune arrivano anche a 60-70 litri). Per alimentare un vitellino la mucca dovrebbe dare solo 8 litri. Il problema delle mucche ad “alta produzione” è assai difficile se non impossibile fornire loro tutta quell’energia (cibo) di cui necessitano per la produzione di quelle quantità di latte. Ragion per cui le mucche consumano le proprie riserve fisiche per continuare a produrre latte.

Si scopre che nelle operazioni di alimentazione concentrata animale (CAFO) il modello di allevamento delle mucche negli allevamenti intensivi sforna latte con livelli pericolosamente elevati di estrone solfato, un composto di estrogeni legati al cancro del testicolo, della prostata e della mammella.
Dr. Ganmaa Davaasambuu, Ph.D., e colleghi hanno identificato come il colpevole specifico “il latte proveniente dalle moderne industrie casearie”, facendo riferimento alle operazioni di confinamento dove le mucche vengono munte 300 gg all’anno, includendo il periodo di gravidanza.
Valutando i dati da tutto il mondo, Dr. Davaasambuu e i suoi colleghi identificarono un chiaro legame tra il consumo di latte con alta concentrazione dell’ormone e alto tasso di tumori ormone-dipendente.
In altre parole, contrariamente a quanto i Centri statunitensi per il Controllo delle Malattie ela Prevenzione (CDC), il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) e la lobby del latte convenzionale vorrebbero far credere, il latte trasformato da allevamenti industriali non è un prodotto di salute, ed è direttamente implicato nel causare il cancro.
“Il latte che noi oggi beviamo è abbastanza diverso rispetto a quello che bevevano i nostri antenati” , senza apparenti danni per 2000 anni, così afferma il Dr. Davaasambuu nella Gazzetta dell’Università di Harvard.
“il latte che si beve oggi non è un cibo perfettamente naturale”.
Nel frattempo il latte crudo, proveniente da mucche allevate con erba, munte a tempo debito è legato al miglioramento della digestione, nella cura di malattie autoimmuni e aumentando l’immunità generale, aiutando nella prevenzione del cancro.
Anche se tutto questo sarà ignorato da parte dei media principali, il latte non è tutto uguale – il modo in cui vengono allevate le mucche, quando vengono munte, e come il suo latte è manipolato e trasformato fa la differenza, se il prodotto finale favorisce la salute o la morte
Il Governo americano cerca di perpetuare ulteriormente la menzogna che tutto il latte è lo stesso con eclatanti proposte di legge 2012.
Di particolare interesse sono le nuove disposizioni nel progetto di legge 2012 che creanoincentivi ancora di più per gli agricoltori industriali intensivi che producono tipi di latte con la più bassa qualità , e con molti componenti distruttivi per la salute.
Invece di incentivare la crescita di mucche al pascolo, che permette loro di nutrirsi di erba, un cibo nativo che i loro sistemi possono elaborare, il governo preferisce incentivare ristretti metodi di confinamento che forzano le mucche a mangiare mais geneticamente modificati (OGM), e altri mangimi, che le rende malate.
domenica 25 maggio 2014
L’apocalisse alimentare
Rivolte. Città a secco. Impennata dei prezzi. Fame devastante. Se questo vi sembra allarmismo degli scienziati, parlate con i contadini. Il testo finale del “Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici”, in Italia ignorato o reso ridicolo dai “grandi” media, ha chiarito ciò che avevano ipotizzato tanti altri studi: il futuro dell’agricoltura è fottuto
di Richard Shiffman
La madre di tutti i report sul clima è così spaventosa che uno dei suoi autori si è dimesso dal “Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici” (IPCC) in segno di protesta. “Gli agricoltori non sono stupidi”, ha detto la scorsa settimana l’economista della Sussex University Richard Tol, mentre centinaia di ricercatori si sono ritirati a Yokohama, in Giappone, per elaborare il testo finale di un documento che lui ha definito “allarmista”, quando tratta delle tante minacce del riscaldamento globale. La gente che coltiva il nostro cibo troveranno il modo di adattarsi, ha detto l’isolato scienziato del clima alla più importante riunione sulla scienza del clima degli ultimi sette anni.
Ma cambiare non è facile, soprattutto quando non si parla della tettonica terrestre. Il testo finale è arrivato oggi, e le più allarmanti proiezioni del report dell’IPCC chiariscono ciò che avevano ipotizzato tanti altri studi: il futuro dell’agricoltura – della fame nel mondo, del vostro conto dal droghiere – è fottuto. O, come ha detto il Segretario Generale dell’ONU Ban-Ki Moon in modo un po’ più educato all’inaugurazione dei primi incontri per il report dell’IPCC nello scorso settembre: “Il caldo si fa sentire. Dobbiamo agire.”
I ghiacciai continueranno a ridursi in Himalaya, secondo l’IPCC, impattando seriamente la disponibilità di acqua per l’agricoltura in vaste aree dell’Asia meridionale e della Cina. Il cambiamento climatico potrebbe danneggiare le colture sensibili al calore come il grano e il mais, e avere un impatto minore sulla produzione di riso e soia. I prezzi per i raccolti essenziali saliranno nel mercato globale. La fame aumenterà in gran parte dell’Asia e dell’Africa. ( … )
Il nuovo rapporto dice che tutte queste cose pessime accadranno nei prossimi decenni, mentre il cambiamento climatico si rafforza. Ma, come ho potuto verificare nell’Africa orientale il mese scorso, questo futuro è già il presente per tanti agricoltori di tutto il mondo. In Tanzania le piogge stagionali biannuali. da cui dipendono tanti produttori, non arrivano mai al tempo giusto, e sono sporadiche, alternando acquazzoni torrenziali a periodi di siccità prolungate. I picchi di calore stanno facendo appassire le colture di mais, mentre i pozzi e i corsi d’acqua si stanno sempre più prosciugando. La zona in cui le fattorie di Dephath Omondi nel sud del Kenya sembrano lussureggianti, con i campi di mais color smeraldo delimitati dalle alte acacie. Ma lui mi dice che l’apparenza inganna.
Venticinque anni fa, qui il tempo era prevedibile ( … ) Gli agricoltori sono confusi su quando e cosa piantare. È una cosa davvero preoccupante. Sconvolgimenti simili sono già una sfida per gli agricoltori di tutto il mondo. Nel delta del Mekong in Vietnam, le popolazioni rurali stanno perdendo i terreni perché le acque salate del mare stanno salinizzando troppo i fiumi per poter crescere il riso. InNicaragua l’aumento delle temperature sta diffondendo “il fungo della ruggine del caffè”, una malattia che sta uccidendo migliaia di alberi e che potrebbe rendere inutilizzabile l’80% delle aree per la coltivazione del caffè da qui al 2050. E nelle Filippine centrali gli agricoltori di cocco stanno lottando per riprendersi dal tifone autunnale Haiyan, che ha gravemente danneggiato o divelto circa 33 milioni di alberi.
Così come non ci sono atei in trincea, ci sono pochi scettici del cambiamento climatico tra coloro che coltivano il cibo del mondo, se non nessuno. ( … ) Un report pubblicato la scorsa settimana dal gruppo Oxfam ci avverte che il riscaldamento globale potrebbe prolungare la lotta contro la fame nel mondo per decenni, mettendo a rischio la vita di altri 50 milioni di persone. Il mondo “è assolutamente impreparato” per l’impatto sul cibo, ha detto Oxfam. ( … )
Lester Brown, il controverso fondatore dell’Earth Policy Institute, afferma che ci troviamo di fronte una incombente “crisi alimentare”, non solo a causa del cambiamento climatico, ma anche per le sempre maggiori scarsità d’acqua e per la conversione di terreni agricoli verso usi non alimentari. ( … ) Ma non ci sbagliamo: le tensioni più forti per il nostro approvvigionamento alimentare verranno dal cambiamento climatico. “Il sistema agricolo odierno è stato progettato per massimizzare la produzione all’interno del sistema climatico che è esistito negli ultimi mille anni”, ha detto Brownt all’Harvard Crimson: “Ora, improvvisamente, non sappiamo cosa succederà esattamente nel futuro. Sappiamo che abbiamo bisogno di frenare il prima possibile”.
Tol, il ricercatore che ha lasciato l’IPCC in segno di protesta, ha detto che i contadini “si adatteranno”. Ma è come aspettarsi che gli scoiattoli si adattino a un incendio boschivo. Come potrà Amani Peter, un giovane agricoltore che ho incontrato in Tanzania, adattarsi se il suo pozzo si prosciuga? Come farà a adattarsi al mais che appassisce, quando le piogge si fermano un mese in anticipo, come hanno fatto lo scorso anno? E cosa faranno i nove agricoltori su dieci della Cina occidentale che non hanno un’assicurazione sui raccolti quando i raccolti di grano cominceranno a mancare? Anche l’agricoltore più brillante potrebbe non farcela. ( … )
_________________________
Questo articolo è stato pubblicato su The Guardian il 31 marzo 2014 (link: Think the new climate report is scary? The food-pocalypse is already upon us) scelto e tradotto per comedonchisciotte.org da Supervice. La traduzione completa è qui.
Foto tratta da earthtimes.org
Ci restano soltanto quindici anni
di Leonardo Boff*
Viviamo come ai tempi di Noè. Col presentimento che sarebbe venuto un diluvio, il vecchio cercava di convincere la gente perché cambiassero stile di vita. Ma nessuno gli dava retta. Al contrario, “Si mangiava e si beveva. C’era chi prendeva moglie e chi prendeva marito finché non arrivò il diluvio e li spazzò via tutti” (Lc 17,27; Gn 6-9).
I duemila scienziati del Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) che studiano il clima della terra, sono i nostri attuali Noè. La terza e ultima relazione del 13 aprile contiene un grave grido di allarme: abbiamo soltanto quindici anni per impedire che si oltrepassi di 2°C il clima della terra. Se sarà oltrepassato, conosceremo qualcosa del diluvio. Nessuno dei 196 capi di stato ha detto una sola parola. La grande maggioranza continua a sfruttare i beni naturali, facendo affari, speculando e consumando senza fermarsi, come ai giorni di Noè.
Intravedo tre gravi irresponsabilità: una generale e una specifica e una supina ignoranza del Congresso Nordamericano che ha vietato tutte le misure contro il riscaldamento globale; la manifesta cattiva volontà della maggioranza dei capi di Stato; e la mancanza di creatività per montare le travi di una possibile arca salvatrice. Come un pazzo in una società di “saggi” oso proporre alcune premesse. Se hanno qualche merito, è quello di additare un nuovo paradigma di civiltà che ci potrà dare un altro corso alla storia. Eccole:
Completare la ragione strumentale-analitica-scientifica dominante con intelligenza emozionale o cordiale. Senza questa noi non ci commoviamo davanti alla devastazione della natura e non ci impegniamo per riscattarla e salvarla.
Passare dalla semplice comprensione di Terra come magazzino di risorse alla visione della Terra viva, chiamata Gaia, super organismo vivo autoregolante.
Arrivare a capire che, in quanto umani siamo quella porzione della Terra che sente pensa e ama, la cui missione è aver cura della natura.
Passare dal paradigma di conquista/dominazione ancora vigente, al paradigma di cura/responsabilità.
Capire che la sostenibilità sarà garantita soltanto se rispetteremo i diritti della natura e di Madre Terra.
Articolare il contratto naturale stipulato con la natura che suppone la reciprocità inesistente con il contratto sociale, insufficiente, che suppone la collaborazione e la inclusione di tutti.
Non esiste il medio-ambiente ma l’ambiente intero. Quello che esiste è la comunità di vita, con lo stesso codice genetico di base stabilendo relazioni parentali con tutti.
Abbandonare l’ossessione della crescita/sviluppo attraverso la redistribuzione della ricchezza già accumulata.
Dobbiamo produrre per andare incontro alle richieste umane, ma sempre entro le possibilità della Terra e di ogni ecosistema.
Porre sotto controllo la voracità produttivistica e la concorrenza senza limiti a favore della cooperazione e della solidarietà, perché tutti dipendiamo gli uni dagli altri.
Superare l’individualismo con la collaborazione tra tutti, perché questa è la logica suprema del processo di evoluzione.
Il bene comune umano e naturale viene prima del bene comune privato e corporativo.
Passare dall’etica utilitaristica e efficientistica all’etica della cura e della responsabilità.
Passare dal consumismo individualista a una sobrietà condivisa. Quello che avanza a noi, manca a tutti gli altri.
Passare dalla massimizzazione della crescita alla ottimizzazione della prosperità a partire dai più bisognosi.
Invece che continuare a modernizzare in permanenza, ecologizzare tutti i saperie processi produttivi, cercando di tutelare beni e servizi naturali e far riposare la natura e la Terra.
Opporre all’era dell’antropocene che fa dell’essere umano una forza geofisica distruttiva l’era ecozoica che ecologizza e include tutti gli esseri nel grande sistema terrestre e cosmico.
Dare più valore al capitale umano spirituale inesauribile che al capitale materiale esauribile perché il primo fornisce i criteri per gl’interventi responsabili sulla natura e alimenta permanentemente i valori umano-spirituali della solidarietà della cura dell’amore e della compassione, basi per una società con giustizia,equità e rispetto della natura.
Contro la delusione e la depressione provocate dalle promesse di benessere generali non compiute fatte dalla cultura del capitale, alimentare il principio-speranza, fonte di fantasia creatrice, di nuove idee e di utopie possibili.
Credere e testimoniare che, alla fine di tutto, il bene trionferà sul male, la verità sulla menzogna e l’amore sull’indifferenza. Poca luce potrà scacciare un mondo di tenebre.
Leonardo Boff, filosofo e teologo brasiliano, è autore di numerosi saggi tradotti in tutto il mondo.
Fonte: http://leonardoboff.wordpress.com/ (traduzione di Romano e Lidia Baraglia)
sabato 24 maggio 2014
Il nostro Dio Geova, è un Dio tremendo!
INTERESSANTE PASSAGGIO DI UN DISCORSO PRONUNCIATO DA UN ANZIANO DI BROOKLYN
Geova chiese a Mosè di condurre il popolo d'Israele nel deserto. Ma come avrebbe fatto Mosè a sostenerli fisicamente?
Sfamare un esercito di 2 - 3 milioni di persone avrebbe richiesto un innumerevole quantità di cibo.
In base a quanto riferito dal "Quartermaster General in the Army", Mosè avrebbe dovuto procurare circa 1.500 tonnellate di cibo ogni giorno.
Provate ad immaginare questo: se un ristorante dovesse ordinare per solo un giorno tutto quel cibo, avrebbe bisogno di due treni merci, lunghi ognuno più di 1,6 km.
Dovevano procurarsi anche la legna per cucinare il cibo nel deserto.
Questo avrebbe richiesto circa 4.000 tonnellate di legno: l'equivalente di 2 treni merci lunghi più di 1,6 km. E questo solo per un giorno.
Ricordiamo che fecero un vagarono nel deserto per 40 anni!
E che dire della quantità d'acqua di cui avevano bisogno? Si stima che se solo avessero avuto sufficiente acqua da bere e per lavare qualche piatto, ci sarebbe stato bisogno di quasi 48.500.000 litri: l'equivalente di un treno con vagoni-cisterna della lunghezza di quasi 2,9 km e questo per il trasporto dell'acqua di un solo giorno!
... Quindi, Geova è in grado di aiutarvi a superare i vostri problemi?
Pensate che prima di lasciare l'Egitto, Mosè avesse ben in mente le risposte a come avrebbe affrontato tutti i problemi a cui stava andando incontro insieme agli israeliti nel deserto? Non credo proprio! Mosè credeva in Geova Dio. E Geova si prese cura di loro.
Geova chiese a Mosè di condurre il popolo d'Israele nel deserto. Ma come avrebbe fatto Mosè a sostenerli fisicamente?
Sfamare un esercito di 2 - 3 milioni di persone avrebbe richiesto un innumerevole quantità di cibo.
In base a quanto riferito dal "Quartermaster General in the Army", Mosè avrebbe dovuto procurare circa 1.500 tonnellate di cibo ogni giorno.
Provate ad immaginare questo: se un ristorante dovesse ordinare per solo un giorno tutto quel cibo, avrebbe bisogno di due treni merci, lunghi ognuno più di 1,6 km.
Dovevano procurarsi anche la legna per cucinare il cibo nel deserto.
Questo avrebbe richiesto circa 4.000 tonnellate di legno: l'equivalente di 2 treni merci lunghi più di 1,6 km. E questo solo per un giorno.
Ricordiamo che fecero un vagarono nel deserto per 40 anni!
E che dire della quantità d'acqua di cui avevano bisogno? Si stima che se solo avessero avuto sufficiente acqua da bere e per lavare qualche piatto, ci sarebbe stato bisogno di quasi 48.500.000 litri: l'equivalente di un treno con vagoni-cisterna della lunghezza di quasi 2,9 km e questo per il trasporto dell'acqua di un solo giorno!
... Quindi, Geova è in grado di aiutarvi a superare i vostri problemi?
Pensate che prima di lasciare l'Egitto, Mosè avesse ben in mente le risposte a come avrebbe affrontato tutti i problemi a cui stava andando incontro insieme agli israeliti nel deserto? Non credo proprio! Mosè credeva in Geova Dio. E Geova si prese cura di loro.
Così, quando lungo la strada che stiamo percorrendo troviamo ostacoli che ci sembrano troppo difficili da superare, mettiamo Geova al primo posto della nostra vita, facendo ciò che richiede da noi, al meglio delle nostre capacità.
Studiamo la sua Parola, viviamo in armonia con le sue giuste norme e incoraggiamo anche altri a fare lo stesso, cioè a conoscerLo personalmente.
I problemi che ci si presenteranno davanti, possono sembrare grandi come lo furono quelli degli israeliti nel deserto. Proprio come Mosè, anche noi non possiamo affrontarli e risolverli: solo grazie a Geova riusciremo.
Ricordate: il nostro Dio Geova, è un Dio tremendo!
Studiamo la sua Parola, viviamo in armonia con le sue giuste norme e incoraggiamo anche altri a fare lo stesso, cioè a conoscerLo personalmente.
I problemi che ci si presenteranno davanti, possono sembrare grandi come lo furono quelli degli israeliti nel deserto. Proprio come Mosè, anche noi non possiamo affrontarli e risolverli: solo grazie a Geova riusciremo.
Ricordate: il nostro Dio Geova, è un Dio tremendo!
venerdì 23 maggio 2014
proclamatoreconsapevole: Testimoni di Geova : l'amore supera la barriera de...
proclamatoreconsapevole: Testimoni di Geova : l'amore supera la barriera de...: Premessa : Tutti noi testimoni di Geova,prima o poi,siamo stati testimoni di un annuncio di disassociazione nella nostra congregazione ...
Ministero del Regno di Dicembre 2013: I HAVE A DREAM..........
Da "messaggi in bottiglia trovati in mare".
I HAVE A DREAM.....
"Vorrei arrivasse il giorno in cui non troverò più la casella "ore" nel rapporto di servizio e in cui non ci saranno più "quote" di ore da raggiungere per i pionieri.
Vorrei che i fratelli venissero lasciati liberi di salutare per semplice educazione chi non è più un testimone di Geova, che si lasciasse alla coscienza individuale se dire "salute" agli starnuti altrui o fare un cin-cin che tanto nessuno capirebbe qualsiasi spiegazione assurda ecc..; che si togliesse per favore dall'elenco delle nostrecredenze che Gesù morì su di un palo e non su una croce (me ne infischio della forma che aveva lo stauros oltre al fatto che non lo sappiamo); che si limitassero al minimo gli aspetti "estetici" o folkloristici per distinguerci dalle altre religioni ma che non hanno in realtà nessun contenuto spirituale, incluso alcune forzature linguistiche (es. "Quando si muore si torna nella stessa condizione d'inesistenza che si aveva prima di nascere", che assurdità! Per contrastare l'immortalità dell'anima si va a dire una falsità opposta..i morti "esistono" eccome agli occhi di Dio, semplicemente non sono coscienti, come non è cosciente una persona incosciente, appunto, ma "esiste" per bacco! Ed è titolare di diritti giuridici come uno che è vivo, se non di più..-Luca 20:38)
Per riassumere, io sogno una maggior libertà in questioni secondarie. Ma una veralibertà di coscienza nel rispetto delle Scritture senza che questa, una volta esercitata, porti a delle conseguenze sotto forma di “sanzioni”, alla faccia della libertà... In altre parole che si applichi sul serio Romani 14:3,4 senza dare né precedenza né tantomeno supremazia a chi la coscienza ce l’ha “stretta”.
Anelo ad una maggior fiducia nei fratelli maturi e a non trattarli come bambini da affidare a un asilo perché possano giocare "in sicurezza".
Voglio meno ansia e "pre-venzione", e più fiducia anche nello spirito santo (se dobbiamo pensare a tutto noi a che serve lo spirito? E poi sbucciarsi un ginocchio non è una tragedia vivaddìo!).
Vorrei che il concetto di "esemplarità" sia qualcosa di diverso da uno scafandro da palombaro che ci snatura e ci rende artificiali: se solo pensiamo che Pietro pronunciò quel bellissimo discorso alla Pentecoste, pieno di spirito santo, solo 50 giorni dopo aver rinnegato pubblicamente Gesù, mentre il Signore lo guardava, e che rimase apostolo e anziano anche dopo che il timore dell'uomo lo portò ad un altro comportamento ipocrita denunciato pubblicamente da Paolo...
Chissà se secondo i criteri di oggi rimarrebbe un anziano e salverebbe la sua "esemplarità”!
Per non parlare di Paolo che quasi venne alle mani con Barnaba, avendo torto marcio, (pare che il suo problema fossero gli scatti d'ira), chissà se non salterebbe anche lui oggi per la stessa ragione già citata. Oggi un nominato che commette un peccato serio anche una sola volta viene rimosso anche se si pente e non può essere rinominato se non dopo tre anni, se invece viene espulso e poi riassociato ne deve aspettare 5 di anni, altro che 50 giorni..Ecco perché questo induce alcuni a tenere lo scafandro da palombaro invece di fare una confessione(..ma forse anche perché altre istruzioni dicono che se s'è commesso un peccato e lo si viene a sapere dopo di due anni.."ma nel frattempo si è visto su di lui la benedizione di Geova".. non è affatto detto che debba essere rimosso..).
Insomma, ci sono alcune stropicciature umane nell'attuale amministrazione del peccato, e di quando esso diviene “noto”, che andrebbero armonizzate in modo da riflettere meglio il modo di Gesù di giudicare le persone. Giacomo dice di confessarceli gli uni agli altri affinché siamo sanati...molti forse lo farebbero anche volentieri se non rimanessero azzoppati per anni e macchiati nella "veste bianca" agli occhi altrui (e ai pettegolezzi altrui).
Io aspetto quest'alba se mai arriverà."...
Tranquilli era solo un sogno e l'ho solo raccontato.
Tranquilli era solo un sogno e l'ho solo raccontato.
giovedì 22 maggio 2014
proclamatoreconsapevole: IMMAGINA .....PUOIAmare Dio significa sopratutt...
proclamatoreconsapevole:
IMMAGINA .....PUOI
Amare Dio significa sopratutt...: IMMAGINA .....PUOI
Amare Dio significa sopratutto amare i fratelli, questo è l'essenza del vero cristianesimo. Noi veniamo dal...
IMMAGINA .....PUOI
Amare Dio significa sopratutt...: IMMAGINA .....PUOI
Amare Dio significa sopratutto amare i fratelli, questo è l'essenza del vero cristianesimo. Noi veniamo dal...
mercoledì 21 maggio 2014
La differenza tra Il Pastore e il Vaccaro
Il pastore deve essere sempre DAVANTI al
gregge e dare l’esempio non avendo la necessità di continuamente trascinare il
gregge con sé. Le pecore riconoscono la sua voce e lo seguono spontaneamente e
volontariamente, riconoscendo in Lui la loro guida nominata da Dio. Invece, chi
ha smesso i panni del vero pastore ma lo è solo di nome cominciando a compiere
atti ipocriti insegnando ma non mettendo in pratica, in questo caso possiamo
dire che si comporta come il classico VACCARO o mandriano, cioè il conduttore
di vacche. Il vaccaro, generalmente non nutre lo stesso affetto che nutre il
pastore per le pecore.
Quando deve spostare il branco di
vacche, generalmente, non si pone davanti e le vacche lo seguono ma si pone
DIETRO al branco e per farle muovere comincia ad alzare la voce e a percuoterle
con un bastone, quasi obbligandole a muoversi nella direzione da LUI voluta. Capisci,
ora che il termine vaccaro si addice perfettamente a quei nominati solo di nome
che pretendono di essere signori della fede dei fratelli e insegnano agli altri
ma non mettono in pratica essi stessi. Come un moderno vaccaro obbligano gli
altri a fare ciò che piace a loro non interessandosi dei sentimenti o degli
stati d’animo dei fratelli o della loro condizione spirituale ma, cosa ben più
grave, non interessandosi di quale possano essere le gravi conseguenze delle
loro azioni e dell’opinione che potrebbe avere il VERO proprietario del gregge,
Geova, nei loro confronti.
Perché studiare la Bibbia?
Grazie alla Bibbia, milioni di persone in tutto il mondo stanno già trovando la risposta ai grandi interrogativi della vita. Vorresti essere fra loro?
martedì 20 maggio 2014
Facebook, diffamazione valida anche per i commenti anonimi
NOTIZIA DI MARTEDÌ, 29 APRILE 2014
Occhio alla diffamazione su Facebook: anche gli insulti non indirizzati a “persone specifiche” o letti da poche persone sono possibili di denuncia! Ecco perché.
La Cassazione conferma che gli insulti perpetrati su Facebook anche all’interno di “cerchie ristrette” e, comunque, non indirizzi a una persona con nome e cognome, sono ugualmente possibili di denuncia: la notizia arriva dopo il rinvio a nuovo processo di un Maresciallo della Finanza, che, proprio su Facebook, aveva scritto “attualmente defenestrato a causa dell’arrivo di collega sommamente raccomandato e leccaculo”. Anche se non viene fatto nome e cognome, e anche se il commento è visibile ai soli amici,proprio quegli amici possono, comunque, risalire all’identità della persona a cui è indirizzato l’aggiornamento di stato. Assolto in Appello, è stato rinviato a nuovo processo nel ricorso contro l’assoluzione, proprio perché la “cerchia ristretta” cui l’aggiornamento di stato era visibile, poteva tranquillamente capire di chi si stesse parlando.
In poche parole, occhio a cosa scrivete: la scusa del “visibile ai soli amici” non regge di fronte alla Legge!

proclamatoreconsapevole: TDG...ANZIANO, SEI UN PASTORE O UN VACCARO?
proclamatoreconsapevole: TDG...ANZIANO, SEI UN PASTORE O UN VACCARO?: ANZIANO, SEI UN PASTORE O UN VACCARO? Fratello, ti ricordi? Si, tu stavi tranquillo nella tua sala del Regno quando sei stato avvicin...
lunedì 19 maggio 2014
proclamatoreconsapevole: TDG : Teocrazia CONDIVISA e RESPONSABILITA'
proclamatoreconsapevole: TDG : Teocrazia CONDIVISA e RESPONSABILITA': Oggi nell'anno 2014,abbiamo la possibilità di realizzare un nuovo corso nella scelta delle nomine dei vertici della nostra organ...
proclamatoreconsapevole: NOMINE DI ANZIANI: DELEGA E PRINCIPIO DI RESPONSAB...
proclamatoreconsapevole: NOMINE DI ANZIANI: DELEGA E PRINCIPIO DI RESPONSAB...: Molte perplessità e riflessioni di fratelli riguardano un argomento che è stato molto commentato, cioè se le nomine di anziani vengano f...
venerdì 16 maggio 2014
IN UN MODO O IN UN ALTRO ..::.. postato il 15/05/2014 (Eugenio Benettazzo)
Ogni cinque giorni la popolazione mondiale aumenta, al netto delle morti, di un milione di essere umani. Fate questo esperimento, sono sicuro che rimarrete colpiti: provate a chiedere al vostro vicino di casa, alla vostra amica in palestra o al conoscente che gioca a calcetto con voi a quanti miliardi ammonta la popolazione umana nel mondo.Non stupitevi se vi sentirete dire sei miliardi ovvero il numero di esseri umani che abitavano la Terra verso la fine del 1999. Nel momento in cui scrivo siamo 7 miliardi e oltre 233 milioni. Due anni fa in occasione del 7 Billion Day (giorno in cui la Terra raggiungeva i sette miliardi) organizzai un live show incentrato sulla sostenibilità economica ed ambientale intitolato Too Much Siamo Troppi. Molti partecipanti se ne andarono a metà dello svolgimento, lamentandosi con il event manager in quantodurante la mia esposizione si parlava solo di ambiente, ecosistemi, catene alimentari e popolazione umana, mentre a loro interessava sapere solo dove investire e come avere maggiori rendimenti. Non ho dubbi sul destino che attende la razza umana. Stando alle proiezioni demografiche dovremmo raggiungere gli otto miliardi, se non ci saranno sorprese tipo carestie o epidemie, tra il 2020 ed il 2021.
Il decennio che intercorre tra il 2010 ed il 2020, per chi non lo sapesse, è stato definito il Decennio della Sostenibilità della Terra: una decade che vedrà il pianeta dover gestire e assorbire il maggior momentum di crescita demografica della civiltà umana, vale a dire che mai nella nostra storia la popolazione umana è cresciuta così tanto in così poco tempo. Il pensiero ortodosso moderno tanto occidentale quanto orientale considera i bambini che nascono ogni giorno in tutto il mondo come una risorsa, soprattutto una risorsa per l'economia del paese che può beneficiare di queste nascite. Le nuove nascite rappresentano per qualsiasi settore economico nuovi consumatori del futuro che necessiteranno di cibo, vestiti, abitazioni, automobili e divertimento. Per ogni nazione che voglia produrre benessere e ricchezza per la sua popolazione questo rappresenta il migliore carburante che possa generare tasse e oneri per mantenere lo status quo e le certezze delle generazioni precedenti (pensioni, investimenti e valore delle proprietà). Per la Terra invece nuove nascite significa sempre più risorse da mettere a disposizione o da saccheggiare o sfruttare impunemente a danno degli altri ecosistemi: acqua, materie prime, foreste e mondo animale.
In prossimità delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, si sta fomentando un odio e ribrezzo nei confronti dell'Europa, della sua moneta e delle sue istituzioni, rei di aver cagionato ed aggravato la crisi finanziaria nel Vecchio Continente. Ognuno di voi ormai si è fatto una propria idea su questo e voterà di conseguenza il prossimo 25 Maggio. Ciò nonostante l'Europa sin dalla sua nascita embrionale, prima CECA, poi CEE, dopo CE e ora UE, ha di certo consentito e protetto un valore che diamo tutti per scontato: la stabilità e l'autosufficienza alimentare. L'abbondanza e disponibilità di cibo è l'elemento determinante a consentire la crescita in numero di qualsiasi specie vivente, uomo compreso. La popolazione mondiale continua a crescere indefinitivamente proprio per questo motivo, dal dopoguerra nei paesi occidentali non vi è mai stata una carenza di risorse alimentari, grazie anche ai continui progressi tecnologici post Rivoluzione Verde. Sento spesso parlare di produzioni alimentari a km zero o produzioni biologiche come il futuro dell'agricoltura. Lo saranno sicuramente a patto di decidere quale dei sei su sette miliardi di persone dovranno morire di fame, visto che la portata naturale delle terre coltivabili arriva forse a sostenere circa 1.5 miliardi di esseri umani.
Anche se oggi la crisi finanziaria e i suoi effetti sono gli argomenti principali dei media e della politica in quanto le sue conseguenze impattano sul vostro lavoro, sui vostri investimenti e sulle vostre tasse, prima si inizierà a parlare di pianificazione mondiale delle nascite e controllo delle risorse in ottica globale prima si darà una speranza di vita alle future generazioni ed a tutto il genere umano. Per il 2040 si stima che la popolazione mondiale supererà i nove miliardi: mi auguro che questo non si verifichi veramente, in quanto il mondo che ci troveremmo a vivere ricorderà quello del robotino Wally della Pixar, in cui il pianeta ormai è diventato invivibile per gli esseri umani a causa di acqua, terra ed aria, inquinate e tossiche per la salute. Non vi è molto su cui discutere, si tratta di avviare quanto prima un coordinamento mondiale per il controllo demografico della popolazione umana. Da questo punto di vista abbiamo due possibilità davanti a noi: o questo lo farà l'uomo di sua sponte attraverso una graduale e lenta discesa del momentum demografico oppure lo farà brutalmente e velocemente il pianeta. In un modo o in un altro sarà un collasso per le attività economiche umane. Purtroppo è possibile che la maggior parte di voi si troverà a vivere di persona questo scenario. Per la cronaca, mentre leggevate questo articolo la popolazione mondiale ha avuto un incremento netto di altri cinquecento essere umani.
giovedì 15 maggio 2014
Dialogo tra gemelli dentro la pancia
Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè. Giovanni e Matteo
Giovanni--- chiese all’altro: - Tu credi nella vita dopo il parto? -
Matteo--- Certo. Qualcosa deve esserci dopo il parto. Forse siamo qui per prepararci per quello che saremo più tardi.
Giovanni--- Sciocchezze! Non c’è una vita dopo il parto. Come sarebbe quella vita?
Matteo--- Non lo so, ma sicuramente... ci sarà più luce, e migliore che qua. Magari cammineremo con le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca.
Giovanni--- Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca? Ridicolo! Il cordone ombelicale è la via d’alimentazione… Ti dico una cosa: la vita dopo il parto è da escludere. Il cordone ombelicale è troppo corto.
Matteo --- Invece io credo che debba esserci qualcosa. E forse sarà diverso da quello cui siamo abituati ad avere qui.
Giovanni--- Però nessuno è tornato dall’aldilà, dopo il parto. Il parto è la fine della vita. E in fin dei conti, la vita non è altro che un’angosciante esistenza nel buio che ci porta al nulla.
Matteo --- Beh, io non so esattamente come sarà dopo il parto, ma sicuramente vedremmo la mamma e lei si prenderà cura di noi.
Giovanni--- Mamma? Tu credi nella mamma? E dove credi che sia lei ora?
Matteo--- Dove? Tutta in torno a noi! E’ in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe.
Giovanni--- Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico che non esista.
Matteo--- Ok, ma a volte, quando siamo in silenzio, si riesce a sentirla o percepire come accarezza il nostro mondo. Sai?... Io penso che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora soltanto stiamo preparandoci per essa ...
E tu ci credi ad una vita migliore...dopo questa vissuta al buio?
Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè. Giovanni e Matteo
Giovanni--- chiese all’altro: - Tu credi nella vita dopo il parto? -
Matteo--- Certo. Qualcosa deve esserci dopo il parto. Forse siamo qui per prepararci per quello che saremo più tardi.
Giovanni--- Sciocchezze! Non c’è una vita dopo il parto. Come sarebbe quella vita?
Matteo--- Non lo so, ma sicuramente... ci sarà più luce, e migliore che qua. Magari cammineremo con le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca.
Giovanni--- Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca? Ridicolo! Il cordone ombelicale è la via d’alimentazione… Ti dico una cosa: la vita dopo il parto è da escludere. Il cordone ombelicale è troppo corto.
Matteo --- Invece io credo che debba esserci qualcosa. E forse sarà diverso da quello cui siamo abituati ad avere qui.
Giovanni--- Però nessuno è tornato dall’aldilà, dopo il parto. Il parto è la fine della vita. E in fin dei conti, la vita non è altro che un’angosciante esistenza nel buio che ci porta al nulla.
Matteo --- Beh, io non so esattamente come sarà dopo il parto, ma sicuramente vedremmo la mamma e lei si prenderà cura di noi.
Giovanni--- Mamma? Tu credi nella mamma? E dove credi che sia lei ora?
Matteo--- Dove? Tutta in torno a noi! E’ in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe.
Giovanni--- Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico che non esista.
Matteo--- Ok, ma a volte, quando siamo in silenzio, si riesce a sentirla o percepire come accarezza il nostro mondo. Sai?... Io penso che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora soltanto stiamo preparandoci per essa ...
E tu ci credi ad una vita migliore...dopo questa vissuta al buio?
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